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Quanti di voi conoscono la storia di WhatsApp Messenger?


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WhatsApp Messenger è un'applicazione di messaggistica istantanea multipiattaforma per smartphone creata nel 2009, facente parte dal 19 febbraio 2014 del gruppo Facebook Inc.

Attualmente è disponibile per iOS, Android, Windows Phone.

Il 1º febbraio 2016 è stato annunciato il raggiungimento di 1 miliardo di utenti.

Il 26 luglio 2017 è stato annunciato il raggiungimento di 1,3 miliardi di utenti mensili e 1 miliardo di utenti attivi ogni giorno.

L'applicazione fu creata nel 2009 da Jan Koum e da Brian Acton, due ex impiegati della società informatica Yahoo!. Il nome deriva dall'unione dell'espressione inglese What's up, che significa Come va?, e App, ovvero applicazione. Inizialmente l'applicazione fu sviluppata per iOS, per poi essere diffusa su tutti i principali sistemi operativi per smartphone.

L'acquisto da parte di Facebook e le applicazioni per PC

Il 19 febbraio 2014, Mark Zuckerberg, CEO (Chief Executive Officer) di Facebook, annuncia l'acquisizione di WhatsApp per 19 miliardi di dollari, assicurando però l'assenza di pubblicità nel software.

Nel gennaio del 2015, un nuovo aggiornamento permette di usare l'app al PC tramite un client su Google Chrome (iOS e iPhone furono esclusi in questo aggiornamento e furono successivamente aggiunti nel corso dei mesi).

Dal 21 gennaio 2015 è presente WhatsApp Web, che permette l'utilizzo dell'applicazione anche su desktop attraverso l'utilizzo di browser quali Chrome, Firefox, Opera e Safari. Successivamente, il servizio viene esteso anche al nuovo browser Microsoft Edge, rilasciato in luglio 2016. È possibile collegarsi al proprio profilo utente inquadrando un QR Code, potendo così utilizzare le normali funzionalità di messaggistica.

Il 10 maggio 2016, WhatsApp rilascia l'applicazione WhatsApp PC, che permette l'utilizzo dell'applicazione sul desktop senza browser; la nuova applicazione è disponibile per Windows (versione 8 o successiva) e macOS (versione 10.9 o successiva).

Caratteristiche

Oltre allo scambio di messaggi testuali è possibile inviare immagini, video, audio, documenti, la propria posizione geografica (grazie all'uso dell'applicazione Mappe integrata nel dispositivo) e fare chiamate e videochiamate VoIP con chiunque abbia uno smartphone dotato di connessione a Internet e abbia installato l'applicazione.

Fino al 17 gennaio 2016, l'applicazione prevedeva (dal momento dell'attivazione) un periodo di prova di 1 anno e successivamente il pagamento di un abbonamento[10], in particolare un canone annuale di € 0,89 per Android, BlackBerry o Windows Phone.

È stata successivamente introdotta la possibilità di abbonarsi per 3 anni al prezzo di € 2,40 o per 5 anni al prezzo di € 3,34 e la possibilità di pagare per un amico. Il servizio viene attivato sul numero dell'utente, che potrà liberamente cambiare cellulare, reinstallare o aggiornare il software, purché il numero telefonico rimanga invariato. Per la piattaforma iOSera invece richiesto un canone pari ad € 1 una tantum, al primo download. Questa politica ha suscitato accese proteste soprattutto da parte di utenti non Apple.

Dal 18 gennaio 2016, i vari abbonamenti sono stati aboliti, di conseguenza WhatsApp è diventato gratuito per un tempo illimitato.

Dal 5 aprile 2016, per tutti gli utenti che possiedono la versione più recente dell'applicazione, viene implementata la sicurezza end-to-end. Questa speciale crittografia permette solo all'utente mittente e all'utente destinatario interessati di possedere i permessi per leggere e agire sui messaggi della conversazione in comune. Nello specifico, questa procedura permette di avere delle conversazioni sicure al punto tale da renderne molto più difficile l'intercettazione. Neppure WhatsApp stesso ha i permessi per agire sui messaggi di testo, vocali o qualsiasi siano loro.

Il 14 novembre 2016 sono state introdotte le videochiamate.

Dal 21 febbraio 2017 è stata introdotta la funzione Stato. Essa permette di caricare una foto o un video che rimarrà visibile a tutti i contatti per un lasso di tempo di 24 ore. La funzione è simile a quelle già presenti su Snapchat, Instagram e Facebook.

Il rapporto con la privacy

Un problema noto per quanto riguarda la privacy è dato dal fatto che WhatsApp richieda ai propri utenti l'invio dell'intera rubrica ai server dell'applicazione, in modo da poter connettere fra loro i contatti facenti uso dell'applicazione.

Questo metodo è molto veloce e utile per sapere chi fra i propri contatti fa uso di questa applicazione, ma allo stesso tempo fornisce una copia dei propri dati replicati sui server della società, anche di coloro che non fanno uso di essa.

Le informazioni relative ai numeri telefonici sono memorizzate mediante hash e non forniscono altre informazioni che possano identificare l'utente, come ad esempio nome e cognome.

Il 31 marzo 2013, l'autorità per le telecomunicazioni in Arabia Saudita, la Communications and Information Technology Commission (CITC), ha rilasciato una dichiarazione in merito a possibili misure restrittive contro WhatsApp, oltre che ad altre applicazioni quali Skype e Viber, invitando i fornitori di tali servizi ad adeguarsi alle normative del loro paese, relative al monitoraggio e alla privacy dell'utente.

L'8 novembre 2014, la casa Open Whisper Systems, che ha realizzato il programma gratuito TextSecure, ha annunciato una collaborazione con WhatsApp per implementare il protocollo di cifratura usato in TextSecure dentro la chat, così i messaggi sono inviati in modo criptato end-to-end (fino al destinatario). TextSecure è interamente a sorgente aperto, così come XMMP, mentre WhatsApp è a sorgente chiuso (inclusa la versione modificata di XMPP e il protocollo di cifratura).

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la grande diffusione di questa applicazione non ha comportato una diminuzione del traffico SMS, che è invece aumentato nel 2013.

Il 6 aprile 2016 ha applicato alla propria applicazione di messaggistica la crittografia end-to-end, impedendo persino alla società stessa di poter accedere ai contenuti delle varie chat.

Inizialmente presentata come una backdoor dal The Guardian, gli esperti in crittografia hanno qualificato la scoperta fatta nel gennaio 2017 dal ricercatore di sicurezza Tobias Boelter dell'università della California come una pratica scorretta oppure una vulnerabilita. WhatsApp può intercettare e leggere i messaggi inviati forzando la generazione di nuove chiavi private di un contatto non in linea all'insaputa dell'utente. I messaggi vengono crittografati con la nuova chiave e quelli che non sono stati consegnati vengono rinviati. Il mittente viene avvisato di questo cambiamento solo se ha attivato le notifiche di sicurezza e dopo che i messaggi siano stati rinviati. Il fatto di crittografare una seconda volta i messaggi permette a WhatsApp di intercettarli. Se un'agenzia governativa fa una richiesta di accesso ai messaggi, WhatsApp può accettare a causa della modifica della chiave. Tobias Boelter ha segnalato la vulnerabilità a Facebook nel mese di aprile 2016. La società ha risposto che era a conoscenza e che è un "comportamento previsto". Il protocollo di cifratura è lo stesso di quello dell'applicazione Signal, ma quest'ultima non soffre di questa vulnerabilità. Facebook avrebbe preferito la semplicità di utilizzo evitando che i messaggi vengano persi durante il trasporto.

Dati statistici

Il 12 giugno 2012, la società ha annunciato tramite Twitter di aver superato i 27 miliardi di messaggi giornalieri scambiati.

Nel mese di aprile 2014, WhatsApp ha annunciato di aver raggiunto il mezzo miliardo di utenti.

A partire da ottobre 2014, ha superato i 70 milioni di utenti attivi al mese in India, paese che rappresenta ben il 10% per numero di utenti complessivi ed il primo paese per numero di utenti attivi al mese.

Il 25 agosto 2014 alle 4:08 del mattino, Jan Koum, il CEO di WhatsApp, ha annunciato su Twitter il superamento della soglia di 600 milioni di utenti attivi mensilmente con un incremento del 20% in appena quattro mesi.

A febbraio 2016, l'applicazione ha raggiunto 1 miliardo di utenti.

Il 23 giugno 2016, WhatsApp ha annunciato di aver raggiunto il traguardo di 100 milioni di chiamate effettuate ogni giorno ovvero più di 1.100 chiamate al secondo.

Il 31 dicembre 2016, WhatsApp batte il record di 63 miliardi di messaggi scambiati a capodanno.

Controversie giudiziarie

La società è stata protagonista di alcune controversie giudiziarie:

Il 25 febbraio 2015, il giudice Luiz Moura Correia, del tribunale di Teresina, ha ordinato il blocco di WhatsApp in tutto il territorio brasiliano. La decisione del tribunale è stata confermata dopo che le autorità brasiliane, in seguito ad un'indagine iniziata nel 2013, avevano intimato alla società di rimuovere, dai propri server, alcune foto che ritraevano delle "bambine e minorenni esibite sessualmente" e di fornire agli inquirenti le informazioni relative alle persone legate alla vicenda. In seguito, la decisione è stata revocata dal tribunale stesso dopo vari ricorsi che definivano il provvedimento "sproporzionato e troppo punitivo per l'utenza".

Il 17 dicembre 2015, il giudice Sandra Regina Nostre Marques, del tribunale di San Paolo, ha ordinato alle compagnie telefoniche di tutto il paese di sospendere il servizio per 48 ore. La decisione è stata presa dopo che WhatsApp si era rifiutata di fornire alle autorità l'accesso ai messaggi di un sospettato legato al traffico di stupefacenti. L'invito di fornire i dati era stato notificato per ben due volte, entrambe con risposta negativa da parte della società. Mark Zuckerberg espresse la sua contrarietà alla decisione attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, lanciando gli hashtag #ConnectBrazil e #ConnectTheWorld. La decisione è stata revocata, dopo 14 ore, in seguito alla ricezione di un ricorso da parte della compagnia americana.

Il 26 aprile 2016, il giudice Marcel Montalvão del tribunale di Lagarto, ha diramato a tutte le compagnie telefoniche locali, di rete fissa e mobile, di impedire l'accesso all'applicazione per 72 ore. La motivazione di tale decisione è stata la mancata collaborazione della compagnia nei confronti di un'indagine contro dei trafficanti di droga. Il blocco è durato solo 24 ore.

Il 19 luglio 2016, il tribunale di Rio de Janeiro ha ordinato alle cinque compagnie telefoniche brasiliane MNO (TIM Brasil, Oi, Vivo, Claro e Nextel Brasil) di bloccare i servizi di WhatsApp in tutto il territorio nazionale e di multare con 50.000 reales al giorno (all'incirca 15.625 dollari) tutti coloro che non avrebbero rispettato il provvedimento. Anche in questo caso, il provvedimento era risultato dalla mancata collaborazione del servizio di messaggistica di rivelare i dati di alcuni suoi utilizzatori coinvolti in un’indagine penale. La società si è opposta a tale decisione dichiarandosi impossibilitata a collaborare dal momento che, con l'impiego della crittografia end-to-end, solo gli utenti che hanno effettivamente inviato o ricevuto messaggi possono accedere alle conversazioni. La decisione del tribunale è stata revocata dalla Corte Suprema ed il servizio è stato reso nuovamente accessibile agli utilizzatori brasiliani.

Fonte Articolo = WikiPedia

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